India

THE TANTRA TRIBE UNLIMITED (12, 13 e 14 febbraio)
Uno spettacolo etnico multimediale. Un universo di note, danze e visioni, mai visto prima in Italia. Musica Danza Visioni Fuochi, dall’Oriente (India) e dall’Occidente (USA-Europa) in uno spettacolo unico al mondo, che unisce la tradizione etnica alle nuove sonorità elettroniche: danze orientali e multimedia, canti etnici e hip-hop, danze di fuoco, ritmi tribali, drum’n’bass, trip-hop.

MUSAFIR. GYPSIES OF RAJASTAN (13 e 14 febbraio)
“La vita per me è un viaggio gitano, per alcuni la vita è un fatto pratico, per noi è possibile entrarci solo attraverso lo spirito del viaggio”. Hammed Khan Il Rajasthan, la terra dei principi, è il punto di partenza della migrazione del popolo rom verso l’Europa. I Musafir, che discendono da alcune caste di musicisti e poeti, con artisti sufi, musulmani e indù, portano in scena un vero e proprio circo musicale: canti, danze e numeri circensi della festa popolare, amalgamati in un repertorio in cui traspare l’influenza delle culture gitane, araba e indiana. I molteplici influssi popolari sono sostenuti dai rigorosi canoni estetici della musica dotta indiana, anche grazie alla direzione artistica di Hammed Khan, maestro di tabla alla Rajasthan University di Jaipur e studioso di musica popolare della sua regione. Hammed, infatti, lavora con i maggiori maestri della musica dotta e popolare del suo paese e rivisita il repertorio delle tipiche fanfare dell’India settentrionale con la big band Jaipur Kawa Brass Band; inoltre, ha collaborato con molti artisti occidentali, da Thierry Robin a Erik Marquand, nell’ambito della musica folk, con i jazzisti Henry Texier e Syslain Kassap e la coreografa Carolyn Carlson.

BOLLYWOOD LOVE PER SAN VALENTINO IN MASCHERA
BOLLYWOOD BRASS BAND (14 e15 febbraio)

La BBB è una brass band da matrimonio. 10 musicisti che suonano sassofoni, trombe, tromboni, dhol, dholak, tabla, snare & bass drums e 4 ballerini. La loro alta reputazione nella scena della “world music” fino adesso gli ha permesso di partecipare come ospiti sul palco del festival WOMAD, oltre che essere la band per eccellenza dei coloratissimi matrimoni indiani a Londra. Il loro repertorio include hit filmici classici e nuovi, musiche popolari indiane della regione di Punjabi, canzoni del grande musicista qawwali Nusrat Fateh Ali Khan oltre che canzoni da matrimonio. Una band unica che suona gli hits della cinematografia indiana, i ritmi Bhangra e arrangiamenti da brass band con influenze jazz, world music, e la danza bhangra. Il risultato è uno stile Asian Beat coinvolgente ed originale. La band include alcuni dei più versatili musicisti della scena londinese che collaborano con gruppi come Trans-global Underground, Fun^Da^Mental e Ministry of Dhol. La Bollywood si presenta con uno spettacolo molto dinamico, indossando bellissimi costumi e accompagnandosi con movimenti, passi di danza e la videoproiezione di danze indiane dai migliori film in sincronizzazione con la musica dal vivo.

YORGUI TEATHER PARADE (14, 17, 18, 19, 20, 21 febbraio)
Yorgui è uno spettacolo di strada di altissima qualità. Acrobati, trampoli, maschere e musicisti, il tutto, ovviamente, in stile indiano, per novanta minuti realizzano una parata sicuramente coinvolgente ed emozionate. Lo spettacolo, prodotto dalla Begat Theater Compagnie di Parigi, si svilupperà nell’arco di sei giorni, ogni volta attraverso un percorso diverso.

JAIPUR KAWA BRASS BAND (17 e 18 febbraio)
Straordinaria fanfara gitana proveniente da Jaipur, città del Rajasthan, terra ai confini del Pakistan dove le tradizioni sono ancora molto radicate. Sicuramente la migliore del genere in India, ha ereditato questo sound dalle numerose bande militari inglesi approdate in quella terra nei secoli scorsi in seguito alle varie colonizzazioni. Gli ottoni sono affiancati ad una sezione di formidabili percussionisti per uno spettacolo di straordinaria vitalità, fatto di suoni e colori, itinerante e su palco, spesso integrato anche da una ballerina, un mago e quant’altro serva al momento a fare spettacolo e a stupire.

STORIE DAL MAHABARATA (19 febbraio)
(Teatro-danza classico indiano stile Kathakali, a cura del Teatro Tascabile di Bergamo)

Il KATHAKALI è il teatro classico indiano per antonomasia. Originario del Kerala, la verdeggiante regione dell’India sud-occidentale, il Kathakali concentra i vari aspetti di una multiforme cultura di pratiche spettacolari e rituali sino ad organizzarsi nella forma finale, e attuale, intorno alla metà del XVIII secolo. La sontuosità dei trucchi e dei costumi, l’ipnotica e raffinatissima musica vocale e percussiva, uniti alla leggendaria preparazione tecnica dei suoi attori, collocano quest’arte ai vertici del teatro mondiale.

ACHANAK (19 e 20 febbraio)
Campioni della musica bhangra che ha nel musicista e dj inglese di chiara origine indiana Panjabi Mc il suo più famoso esponente (che si esibirà a Vednezia il 24 febbraio). Sestetto originale attivo dal 1989 che ha raggiunto i più alti livelli dell’industria bhangra, con produzioni di pop-video trasmesse e prodotte dalle più grandi televisioni mondiali, il gruppo è considerato leader della “New Wave Bhangra” che è fusione della musica e dei canti tradizionali come i ritmi “dance” occidentali, e dà il meglio di sé nelle performance “live”. Dopo il clamoroso successo dell’ultimo lavoro discografico “Code Red” , Achanak sta preparando ora il nuovo “4 play” con il quale si appresta a fare un ulteriore notevole salto di qualità nella produzione musicale, prendendo spunto dalla esperienza importante dei concerti “Live” e dal contatto diretto con il pubblico durante i numerosissimi festival a cui ha partecipato in tutto il mondo.

SHANTALA SHIVALINGAPPA (19 febbraio)
Performance di una delle più grandi danzatrici indiane contemporanee, malgrado la sua giovane età. Nata a Madras, cresciuta a Parigi, Shantala è figlia dell’Oriente e dell’Occidente. E’ cresciuta in un mondo pieno di danza e di musica a cui è stata avviata fin dall’infanzia dalla madre, la danzatrice Savitry Nair. Profondamente sensibile ed ispirata dallo stile del maestro Vempati Chinna Satyam, Shantala si consacra al Kuchipudi e riceve dal suo maestro un insegnamento autentico e rigoroso. Molto presto sente il forte desiderio di far conoscere il Kuchipudi in Occidente e si esibisce in numerosi festival e in importanti teatri. Artisti e studiosi della cultura indiana in India e in Europa la riconoscono come grande ballerina e artista eclettica che sa unire altissima qualità tecnica, grazia e una rimarchevole sensibilità. Dall’età di tredici anni ha avuto il grande privilegio di lavorare con i più grandi: Maurice Béjart, Peter Brook, Bartabas, Pina Bausch. Grazie a questi incontri formativi, Shantala vive esperienze artistiche diverse e sempre di altissima qualità.

MINISTRY OF DHOL (20 e 21 febbraio)
La musica bhangra nasce nel Punjab, una regione dell’India del nord, dove da generazioni la gente festeggia la fine della mietitura con balli al ritmo del Dhol, un enorme tamburo di legno. Spesso si tratta della raccolta della canapa, o Bhang, da cui proviene il nome di questo genere musicale. E’ una musica semplice con testi che parlano di questi balli, dei festeggiamenti e del Dhol stesso, uno strumento tradizionale del nord dell’India con due basi di percussione per produrre suoni bassi e alti. Bhangra viene trasferita con la prima ondata di immigranti dal Punjab in “Inghilterra” e poi cambiata dalla nuova generazione di giovani anglo-indiani, che con la loro voglia di riconoscersi, di ritrovare nella cultura d’origine la propria identità di creare, nello stesso tempo, una nuova musica tutta propria, l’hanno mescolata con sonorità moderne e strumenti occidentali. Dal semplice ritmo di un tamburo, bhangra si é trasformata in una musica in cui le melodie asiatiche si fondono con tutte le forme di sonorità moderne, tra cui il reggae, la trance e la techno. Ministry of Dhol è il miglior gruppo anglo-indiano che con queste percussioni ipnotiche, voci, danze acrobatiche e campionamenti realizza uno spettacolo di notevole fascino e impatto.

FRECCE DI MIELE (20 febbraio)
(Teatro-danza classico indiano stile Orissi, a cura del Teatro Tascabile di Bergamo)

ORISSI: la danza classica indiana più dichiaratamente femminile per eccellenza. Benché le testimonianze archeologiche la documentino fra le più antiche dell’India, la definitiva strutturazione del linguaggio coreografico che ne ha determinato l’attuale statuto di danza classica risale soltanto alla fine degli anni Cinquanta. A quel tempo, alcuni fra i più reputati guru dell’Orissa, sulla base dei trattati classici e della tradizione iconografica, e con l’aiuto delle più esperte maharis (sacerdotesse), ne determinarono le caratteristiche. Il suo fascino deriva dalla particolare forma di misticismo, traboccante di morbida sensualità, che ispirava le maharis di Jagannath, la grande divinità di Orissa (India orientale) cui la danza era in origine dedicata. La pratica di Orissi della grande Aloka Panikar risale direttamente a uno dei maestri ricordati, il Guru Maya Dhar Raut.

CONCERTO DI MUSICHE NEW AGE PER QUATTRO ARPE E ARPA SOLISTA (20 febbraio)
Solista: Cecilia Chailly – Una delle più grandi arpiste del mondo, anche scrittrice, accompagnata da altre quattro musiciste, terrà un concerto di musiche new age da lei composte, ispirate alla cultura indiana.

JAYA (21, 22 e 23 febbraio)
Musica classica indiana della regione del Marnata per la voce di Narah

Musica per meditazione, musica sacra, resa attraverso l’incanto della voce di Narah. Fin dal 1990 Narah si dedica all’apprendimento della musica classica indiana presso la Scuola interculturale di musica comparata studiando canto del Nord dell’India e tampoura con Sangheeta Chatterjei; canto del Sud dell’India con Savitry Nayre. Dal 1988 al 1992 ha cantato nel coro dell’Accademia Bach diretto da Carlos Gubert a Benares, mentre a Madras ha studiato rispettivamente con Mangala Tiwari lo stile Kial e con Sir Sitarama Sharma il Canto Karnatiko specifico per l’accompagnamento della danza Bharata Natyamî, e con Amelia Cuni lo stile Drupad, canto e natuvanar per la danza con Ugwal Bhole.

SABRI BROTHERS_FANA_DERVISCI ROTEANTI MEVLEVI_DJ OGUN (21 e 22 febbraio)
Uno spettacolo che, con la musica elettronica, unisce in maniera originale e coinvolgente le tradizioni di musica e danza sufi dalla Turchia al Pakistan. I Sabri Brothers, nativi di Kalyana, il Punjab dell’Est, sono da trent’anni i più famosi pakistani del canto Qawwali, il canto devozionale della via Sufi che risale al sedicesimo secolo. ll gruppo “Fana” è costituito da Dervisci appartenenti alla Via Sufi Naqshbandi, che definiscono il loro genere “musica Sufi contemporanea”, e da Dervisci danzanti che hanno sviluppato il loro stile dalla tradizione Mevlevi, fondata dal poeta mistico Jalaluddin Rumi nell’XI secolo. Lo spettacolo è già di per sé un evento originale e straordinario e quando si combina con la presenza suggestiva dei Dervishi roteanti, si traduce sul palco in una performance audiovisiva di potente impatto. L’atmosfera “da concerto” nella quale si svolge, con uso d’amplificazione e strumenti elettronici, è quella che meglio permette agli spettatori di sperimentare una dimensione di profonda intimità e totale coinvolgimento.

CANTI D’AMORE (21 febbraio)
(Teatro-danza classico indiano stile Illan Natyam, a cura del Teatro Tascabile di Bergamo)

Il BHARATA NATYAM è la danza classica indiana per eccellenza. Un tempo essa era eseguita nei templi da danzatrici sacre, le devadasi, che venivano allevate e istruite nelle arti e nella musica unicamente a questo scopo. Caduta in disgrazia a causa della censura vittoriana ai tempi del dominio britannico, questa lirica d’amore è stata poi restituita al suo prestigio culturale e artistico in tempi moderni. Esistono differenti scuole o stili di Illan Natyam, quello che viene qui offerto appartiene alla più pura tradizione di Madras, la capitale del Tamil Nadu, culla del Illan Natyam. Secondo la tradizione lo spettacolo alterna momenti di danza pura (Alarippu, Jatiswaram, Illana) ad altri di danza recitata (Padam, Shabdam e, soprattutto, Varnam). Come d’uso i brani recitati vengono brevemente illustrati nelle linee essenziali prima dell’esecuzione.

KATHAK FLAMENCO CON IL MUSIC ENSEMBLE OF BENARES (22 e 23 febbraio)
Danza kathak e flamenco; due culture apparentemente lontane s’incontrano in un mirabile connubio di danza e musiche. L’idea di combinare la danza Kathak dell’India del nord con il Flamenco spagnolo venne a Günther Paust nel 1982, quando fondò il “Music Ensemble of Benares”. Gli zingari gitani che attraversavano il Rajasthan in India portarono con loro il flamenco in Andalusia. Così non appare poi strano che queste due forme di musica e danza, in apparenza così distanti tra loro, abbiano parecchi aspetti in comune. In particolare melodie e ritmi hanno la stessa radice. Entrambi infatti sono ballati ritmicamente e vivacemente sul suolo. Il Kathak è la più adatta tra le danze classiche indiane per questo progetto perché, come il flamenco, offre molto spazio all’improvvisazione. Il danzatore Kathak affronta lo stesso tirocinio del suonatore di Tabla, che produce suono e ritmo battendo le sue dita e la base della mano sul Tabla così come la danzatrice Kathak li riproduce con i piedi nudi e le cavigliere. Il ballerino di flamenco e il suonatore di tabla cercano di essere allo stesso modo in armonia l’uno con l’altro. In questo progetto non solo le due forme di danza si incontrano, ma anche la parte strumentale ed il canto hanno radici similari che provengono dall’Arabia. La chitarra flamenco e il sitar non hanno invero caratteristiche comuni, ma questo non significa che sia meno affascinante ascoltare la loro interazione.

STORIE DEL GIARDINO DEI PERI (22 febbraio)
(a cura del Teatro Tascabile di Bergamo)

Una suite esotica per maschere da cerimonia, che prevede un corteo cerimoniale di sontuosi attori in maschere esotici, sui trampoli, con palloni e bastoni d’oro e ombrelli sacri. Re e regina, ministri e dignitari, scimmiette e servitori (una dozzina di attori e attrici) si fanno largo fra la folla con la dignità, la spavalderia o la complicità cordiale, mentre con gli attori su alti trampoli, visibili da ogni parte dello spazio percorso, lo spettacolo si apre la via dentro un doppio argine di fiamme che raccolgono i riverberi d’avorio e d’argento, di broccati, di seta e d’oro delle maschere-attori. A tratti il corteo s’arresta per dar luogo ad eventi cerimoniali: il potlach del guado, la propiziatoria danza di Corte della Regina, l’intronizzazione del sovrano e il giro delle sfere celesti… Alla fine del percorso, in un luogo che potrà essere preventivamente allestito di fiori ed oro intonati all’evento, due attori, nei gonfi rutilanti costumi del Kathakali, le teste calzate delle celebri corone lignee intarsiate d’argento e incastonate di decine di elitre di coleotteri dai colori smaltati e cangianti, danzano, alla luce di torce in fiamme, su corti trampoli appositi, uno spettacolare brano di coreografia originale. Il loro volto, su cui il truccatore ha steso per intero le sue luminose pitture vegetali, danza come una maschera vivente: tutta la sofisticata arte orientale del trucco vi celebra i suoi esiti più alti. Questo spettacolo in particolare unisce la suggestione orientale alle modalità del teatro di strada, altra qualificante specializzazione della compagnia.

ASIAN DUB FOUNDATION (23 e 24 febbraio)
Immaginate il profumo di spezie quali cannella, cumino, curry, peperoncino, paprika. Poi il caldo umido asfissiante della penisola indiana. Poi i bazar pieni di gente che strilla, ride e scherza. Trasportate il tutto in un posto dove piove per 200 giorni all’anno in quella che era la capitale del Commonwealth, Londra, col suo cielo grigio piombo, dove quel profumo di spezie si sente ancora nei quartieri e ristoranti indiani, sbiadito dallo smog soffocante. Questi sono gli Asian Dub Foundation, un gruppo che si autodefinisce “21st century MIDI warriors”. Beat potenti, profondi bassi dub, chitarre che suonano come sitar e campionamenti dei tradizionali suoni indiani: ecco l’insolita ricetta musicale proposta dagli Asian Dub Foundation che rappresentano il versante più rivoluzionario e militante della comunità anglo-indiana con testi forti e carichi di coscienza sociale.

PANJABI MC (24 febbraio)
Panjabi MC è un vero fenomeno multietnico della musica anglo-indiana. La sua Bhangra Music, che mescola i ritmi elettronici delle piste da ballo con le sonorità tipiche della musica indiana ha fatto impazzire mezzo mondo. Un vero e proprio fenomeno discografico internazionale, fresco vincitore degli MTV Europe Music Awards 2003. Nel Punjab per tradizione le popolazioni celebrano la fine della mietitura della canapa – in indiano Bhang (da qui il nome bhangra) – con balli al ritmo di un enorme tamburo di legno chiamato Dhol e utilizzando uno strumento a corda, il Tumbi, anch’esso insostituibile, soprattutto per la sua particolare tonalità molto alta e dal movimento frenetico. Queste danze sono accompagnate da complicate acrobazie stimolate dal ritmo incalzante e dai testi che spesso sono semplici e parlano dei balli stessi, o di ciò che ruota intorno a queste tradizioni. L’ondata migratoria di popolazioni indiane verso i paesi europei, ma soprattutto in Inghilterra, è stata seguita anche dal bhangra che nel corso degli anni ha subito una metamorfosi e svariate contaminazioni. Attualmente le nuove generazioni anglo-indiane, pur mantenendo una certa originalità nelle melodie e nei suoni, hanno dato vita a un bhangra più moderno che si mescola al pop, al rap, al reggae, alla dance, molto ‘cool’ nei club di tendenza londinesi. Grazie al singolo tormentone Mundian To Back Ke, Panjabi Mc, deejay anglo-indiano, ha spopolato anche in Italia.