Gli anni ’30
La prima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (denominata 1a Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica) si svolse dal 6 al 21 agosto del 1932. Il festival nacque da un’idea del presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, il segretario generale dell’ Istituto internazionale per il cinema educativo, emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma, concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare, e che fu il primo direttore-selezionatore.
La mostra viene giustamente considerata la prima manifestazione internazionale di questo tipo, ricevendo un forte appoggio dalle autorità. La prima edizione si svolse alla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, ma ancora non si trattava di una rassegna competitiva. I titoli venivano solamente presentati al pubblico, ma nonostante questo l’edizione del 1932 vanta pellicole di grande valore, divenuti poi veri e propri "classici" della storia del cinema. Tra questi vale la pena di ricordare Forbidden del grande regista americano Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il primo ed inimitabile Frankenstein di James Whale, The Devil to Pay! di George Fitzmaurice, Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini e A noi la libertà di René Clair. Oltre ai film citati, in concorso sono presenti opere di altri grandi registi, quali Raoul Walsh, Ernst Lubitsch, Nikolaj Ekk, Howard Hawks, Maurice Tourneur, Anatole Litvak.
Personaggi di spicco di questa prima rassegna sono gli attori che appaiono sul grande schermo attraverso le pellicole proiettate, che garantiscono alla mostra un successo maggiore di quello aspettato, portando nelle sale oltre 25mila spettatori. Si parla dei maggiori divi internazionali dell’epoca, Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Wallace Beery, Norma Shearer, James Cagney, Ronald Colman, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De Sica ed il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankenstein.
Il primo film della storia della mostra viene proiettato la sera del 6 agosto1932: si tratta del Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Rouben Mamoulian; al film seguì un grande ballo nei saloni dell’Excelsior. Il primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.
In mancanza di una giuria e dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell’ICE (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna decreta miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film di René ClairA noi la libertà viene eletto come il più divertente.
La seconda edizione si svolge due anni dopo, dal 1 al 20 agosto 1934. Inizialmente, infatti, la rassegna si trova indissolubilmente legata alla più ampia Biennale di Venezia, rispettandone la cadenza. L’esperienza della prima edizione porta subito, comunque, una importante novità: si tratta della prima edizione competitiva. Le nazioni in gara con almeno un proprio esponente sono ben 19, più di 300 i giornalisti accreditati alle proiezioni. Viene istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero ed italiano, ma ancora non esiste una vera giuria. È la presidenza della Biennale che, consultati alcuni esperti e secondo il parere del pubblico, in accordo con l’ Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa di Luciano de Feo, ancora direttore della mostra, decreta i vincitori dei premi.
Oltre alla Coppa Mussolini vengono distribuite le Grandi Medaglie d’Oro dell’Associazione Nazionale Fascista dello Spettacolo e i premi per le migliori interpretazioni. La miglior attrice è una giovane Katharine Hepburn, premiata per la sua splendida interpretazione in Piccole Donne di George Cukor. Il premio per il miglior film straniero va a L’uomo di Aran, di Robert Joseph Flaherty, un documentario d’autore, genere molto apprezzato all’epoca. Si ripresenta inoltre Frank Capra con uno dei suoi film più celebrati, Accadde una notte, con Clark Gable e Myrna Loy. Alla seconda edizione, la mostra vanta già il suo primo scandalo: durante una sequenza di Estasi, del regista cecoslovacco Gustav Machatý, Hedwig Kieslerová, conosciuta successivamente come Hedy Lamarr, appare sul grande schermo in un nudo integrale.
Già dalla terza edizione, 1935, la mostra diventa annuale, come conseguenza del grande successo di pubblico e di critica riscosso dalle due prime edizioni, sotto la direzione di Ottavio Croze. Col crescere della notorietà e del prestigio della rassegna, cresce anche il numero di opere e dei paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però, e fino al dopoguerra, non parteciperanno più i film sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assume la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi di Misurata, padre della rassegna.
Ancora una volta il festival vanta film di grande valore: Il traditore di John Ford, Capriccio spagnolo di Joseph von Sternberg, con Marlene Dietrich, ed il vincitore del premio per il miglior film straniero, Anna Karenina, di Clarence Brown, con Greta Garbo, presente per la seconda volta al Lido di Venezia.
Nel 1936 è tempo per un’altra "prima volta", quella della Giuria internazionale, mentre si consolida il prestgio della rassegna, con la presenza ancora una volta di film di registi importanti come Frank Capra, John Ford, Max Ophüls, René Clair, Josef von Sternberg, Marcel L’Herbier. Il maggior successo di pubblico, tuttavia, lo riscuote il divo italiano Amedeo Nazzari.
Proseguono di edizione in edizione le innovazioni della mostra: nel 1937 viene inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record, secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.
La Mostra così si ingrandisce: aumenta il numero delle nazioni partecipanti e dei film accettati. Questa volta le luci della ribalta sono tutte puntate su Marlene Dietrich, che porta scompiglio al Lido di Venezia, ma anche Bette Davis si afferma fortemente tra il pubblico, vincendo il premio come migliore attrice. La rivelazione di questa edizione è il giovane attore francese Jean Gabin, protagonista de La grande illusione di Jean Renoir, vincitore del gran premio della giuria internazionale.
Nel 1938, purtroppo, anche la mostra subisce le pesanti pressioni politiche dettate dal governo fascista. I vincitori vengono imposti alla giuria internazionale, e film vincitori risultano il tedesco Olympia di Leni Riefenstahl e Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini, due film di esplicita propaganda, seppure il primo è ancora oggi riconosciuto come uno dei capolavori del cinema degli anni ’30.
Questa edizione è anche l’ultima in cui il cinema americano, finora sempre presente in maniera importante, sia quantitativamente, che qualitativamente, è presente al Lido di Venezia. Si congeda con un premio ad uno dei migliori lungometraggianimati di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani.
Il 1938 è anche l’anno della prima grande retrospettiva, secondo il criterio di continua innovazione del festival, che in questa occasione viene dedicata al cinema francese dalle origini al 1933, che tra tutte le nazioni era quello che di più aveva offerto autentici capolavori: A noi la libertà (1932) di René Clair, Un carnet da ballo (1937) di Julien Duvivier, La grande illusione (1937) e La bestia umana (1939) di Jean Renoir, Il porto delle nebbie (1938) e Alba tragica (1939) di Marcel Carné.